Area forni, la prospettiva

L’accordo per l’acqua termale ai Forni non c’è.
E, se mai ci sarà, crediamo che non serva.

Possiamo riassumere in queste poche parole la nostra opinione riguardo a progetti ventilati per un’area che da qualche anno ha iniziato a crescere con una vocazione culturale e storica e che con l’acqua termale ha poco a che fare. Qualcuno potrebbe obiettare che con la cultura si fa poco turismo, e che le tanto sbandierate “Terme di Premadio” potrebbero essere una buona occasione per rilanciare una frazione che negli anni è stata, a detta dei suoi abitanti, un po’ dimenticata.

Noi non crediamo sia così.

La struttura termale, al di là della poca coerenza con l’ambiente circostante, è di dubbia sostenibilità, non tanto nella realizzazione, visto che gode di contributi dal progetto “aree interne”, quanto nella gestione. Nella nostra indagine non abbiamo guardato solo le strutture a noi vicine (che tra l’altro rispondono già pienamente alle esigenze del mercato), ma anche a quelle più lontane, e (senza entrare nelle motivazioni che ne hanno causato la fine) abbiamo scoperto che la lista dei fallimenti è lunga: possiamo citare la Valmasino, Porretta e Salsomaggiore, e a questi si aggiungono le strutture che funzionano a singhiozzo tra mille difficoltà, come Boario; anche nella tanto efficiente Austria, a Villach, non se la passano bene.
Non vale la pena quindi nemmeno di studiare un piano di sostenibilità economica: gli elementi per dubitare del successo di questa operazione sono sufficienti per farci pensare che, una volta creata, la struttura (con dei costi enormi) in caso (probabile) di fallimento sarà difficilmente riutilizzabile, trasformando l’area Forni in un’inutile cattedrale nel deserto.

La nostra proposta

Negli spazi già ottimamente riqualificati è attivo il progetto Ferriere Arte che continuerà ad avere un ruolo nella realizzazione di iniziative.
Alla struttura potrebbe fare da cornice a un parco giochi tematico aperto a tutti, che si impernierà sulle ferriere, sulla natura e sulla montagna. Lo spazio che oggi è dedicato a un parco giochi, e che gode di un discreto utilizzo, potrebbe essere riconvertito a un nuovo parco attrezzato, sfruttando anche i dislivelli del terreno per realizzare carrucole, giochi d’acqua, carrelli, scivoli dalla forma particolare, in cui i bambini possano provare un’esperienza unica.

Da sempre la presenza di aree attrezzate è sinonimo di aggregazione; inoltre una struttura presidiata darebbe anche la possibilità di fornire ai fruitori alcuni servizi (zone coperte, bagni, aree attrezzate baby) che oggi in tutte le aree gioco sono assenti. Abbiamo visitato alcune località turistiche che hanno abbinato aree gioco a luoghi che valorizzano il patrimonio culturale locale, ed il riscontro è stato sicuramente positivo.
Sarebbe questo uno spazio ad alta fruibilità per le famiglie, non solo della comunità di Premadio e della Valdidentro, ma anche per tutto il comprensorio, vista la sua ubicazione centrale.
L’attuale materiale impiegato come attrezzatura del parco giochi potrebbe essere destinato ad altre aree con giochi vecchi o a spazi da realizzare.Restano oggetto di recupero con finanziamento tramite fondi per le aree interne gli ultimi stabili dell’area tra i quali parte di quello posizionato lungo la strada e la centralina idroelettrica.

Per quanto riguarda il primo fabbricato, vista la sua conformazione e dimensione, è possibile ipotizzare la destinazione a funzioni diverse, a servizio sia dell’area stessa, sia della comunità di Premadio: questo luogo si presterebbe a ospitare un’iniziativa che potremmo chiamare SCUOLA DELLA MONTAGNA. Una scelta di questo tipo può incrementare sul territorio il turismo scolastico e delle famiglie, spesso sottovalutato e carente di iniziative a livello comprensoriale. L’iniziativa può essere integrata con collaborazioni e sinergie con privati, associazioni ed enti presenti sul territorio, con cui si potrà creare un tavolo di lavoro per il progetto.
La richiesta turistica del prodotto “esperienza guidata” è molto elevata, e potrebbe quindi diventare un potenziale indotto anche per le strutture ricettive.

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